Palazzo Mirto Palermo
L'edificio è ubicato alla Kalsa, antica cittadella araba fortificata, sede dell’ Emiro. Per quattro secoli è stato la residenza palermitana dei Filangeri, e poi dei Lanza Filangieri Principi di Mirto, da cui il nome il palazzo.
I Filangeri sono stati la più importante famiglia normanna in Sicilia e nel Sud Italia, dello stesso ceppo dei Sanseverino e dei Gravina, tutti discendenti da un capostipite comune, il leggendario cavaliere Angerio, delle dinastia dei Duchi di Normandia, venuta in Italia al seguito di Tancredi d'Altavilla, intorno al 1069. Il ramo siciliano deriva da Abbo Filangeri, si ricordano anche i Filangeri Principi di Cutò, antenati materni dello scrittore Giuseppe Tomasi di Lampedusa.
Nel 1830 Vittoria Filangeri, ultima della sua casata, si univa a Ignazio Lanza Branciforte, conte di Raccuja ed i loro discendentii hanno vissuto nel palazzo fino al 1982, quando l'ultima erede, Donna Maria Concetta Lanza Filangieri di Mirto donò il palazzo alla Regione Siciliana per crearne un museo a seguito di volontà testamentaria del fratello Stefano Lanza Filangeri.
Le parti più antiche dell'edificio risalgono al XIII secolo ma nel Cinquecento e del Seicento furono apportate trasformazioni radicali. Nel corso del XIX secolo ci furono altri modifiche fino ad arrivare alle forme attuali.
Palazzo Mirto: la nicchia girevole del salottino di Diana
L'interno è sontuoso, tipico esempio delle residenze dell'aristocrazia palermitana, con arredi che vanno dal Seicento all'Ottocento.
Vi si trovano molti lampadari di Murano, pannelli laccati cinesi, porcellane, arazzi e orologi di pregio. Come in molti palazzi dello stesso periodo, troviamo un fumoir arredato alla moda cinese con pavimento in cuoio. Gli ambienti di rappresentanza scorrono intorno ad una grande terrazza, arricchita da una fontana e decorata da un tromp l'oeil che rappresenta un giardino.
Visitare Palazzo Mirto vuol dire accedere alla residenza nobiliare di un grande casato, ed avere la possibilità di ammirarne gli spazi architettonici e gli arredi, frutto di sapienti artigiani locali, e ammirarne le collezioni di oggetti raccolti secondo il gusto e la predilezione dei proprietari verso le più svariate forme d'arte.
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