Il Trionfo della Morte è un affresco largo 600x642 cm conservato nella Galleria regionale di Palazzo Abatellis a Palermo. Originariamente si trovava nel cortile di Palazzo Sclafani, edificio trecentesco trasformato, verso la metà del XV secolo, dopo il trasferimento della famiglia Sclafani in Spagna, la sede dell’Ospedale Grande e Nuovo di Palermo. Staccato nel 1944, per i danni bellici, il dipinto fu trasferito a Palazzo Abatellis quando venne aperta la Galleria. Oltre ad essere un capolavoro su http://it.wikipedia.org/wiki/Trionfo_della_morte questo tema, è l'opera più rappresentativa del periodo "internazionale" in Sicilia, culminato durante i regni di Ferdinando I nel 1412 e di Alfonso d'Aragona nel 1416. Il nome dell'autore è ignoto, infatti è indicato come il Maestro del Trionfo della Morte e si fa risalire la data al 1446 circa. Si pensa che l’ affresco del Trionfo della Morte sia frutto di una precisa commissione reale, magari di un artista straniero, catalano o provenzale, chiamato a tal proposito in Sicilia. E’ probabile che si trattò di una commissione da parte dei rettori dell'ospedale, ed il tema è sicuramente da ricondurre a quella della vanità dei beni terreni. L’artista fa chiaramente mostra di una cultura figurativa complessa di stile tardo gotica, con riferimenti a vari modelli che vanno dalla miniatura all’arazzo, dalla pittura catalana a quella franco-borgognona. Il tema del trionfo della Morte era molto diffuso nel Trecento, ma qui ha una rappresentazione particolarmente intensa e ossessiva sul tema macabro e grottesco, caratteristica rara in Italia, ragion per cui si riconduce l’ opera alla mano di un maestro transalpino.
La scena, apparentemente surreale ma con forti agganci alla realtà, è eloquente: la morte in groppa ad un cavallo scheletrito irrompe in un giardino e scaglia i suoi dardi su nobili fanciulle e giovani spensierati; sotto di lei stanno le virtu’ del mondo: vescovi, un papa, un imperatore, un sultano, un uomo di legge.
La morte ha risparmiato soltanto la folla dei poveri umili che la invoca invece come una liberazione dalle sofferenze terrene, analogamente a quanto è rappresentato nel Trionfo del Camposanto di Pisa, opera di Francesco Traini del ‘300.
A destra, in secondo piano, una fontana, simbolo di vita e di grazia, ed a sinistra un uomo con due cani, probabile riferimento a San Vito, santo guaritore caratterizzato dalla compagnia di una coppia di cani. Nei due personaggi in mezzo ai cenciosi, sono stati riconosciuti il pittore ed il suo aiutante, con in mano il vasetto dei colori e la stecca. Nonostante la complessità e ricchezza del soggetto, la scena è composta in maniera compatta e unitaria, grazie allo stile lineare ed alle pennellate copiose che danno consistenza materiale al colore.
Foto tratta dal film Palermo Shooting di Wim Wenders
Visita dell' Affresco del Trionfo della Morte, l' Affresco è incluso nei nostri tours a piedi, in auto o minivan. Per qualsiasi informazione contattateci siamo a Vostra completa disposizione >